Turkmenbashi
La raffineria di Turkmenbashi, situata sul Golfo di Krasnovodsk nel Mar Caspio, è uno dei due impianti di lavorazione del petrolio del Turkmenistan.
Alla fine del 2013 PetroGas LLP, società quotata alla borsa di Londra, è stata scelta come appaltatore EPC per il progetto di ristrutturazione del Complesso di raffinerie petrolifere di Turkmenbashi. Tra le varie attività vi era la ricostruzione del sistema idrico, degli impianti petrolchimici e la realizzazione di un moderno impianto di trattamento delle acque reflue. Per quest’ultimo, PetroGas di è affidata a noi.

La sfida
L’impianto di trattamento degli effluenti ha una capacità complessiva di oltre 1.000 m3/h, e rappresenta uno degli impianti più grandi al mondo per la depurazione delle acque reflue industriali. E’ organizzato su quattro linee di trattamento, un’unità mobile di disidratazione dei fanghi e un sistema di trattamento delle acque sanitarie.
Mentre PetroGas si è occupata della bonifica, dell’esecuzione delle opere civili, dell’installazione meccanica, del cablaggio elettrico e strumentale, dell’automazione dell’intero sistema e dei servizi di cantiere, il nostro team si è concentrato sulla parte tecnologica del progetto.
Abbiamo fornito il design dell’intero processo e l’ingegneria di dettaglio delle unità su skid. La prefabbricazione delle attrezzature critiche è avvenuta nel nostro stabilimento produttivo di Oliveto Citra (SA), in Italia.
Il progetto
Per rispettare i limiti sulla concentrazione nell’acqua dei vari composti chimici in uscita dal depuratore e consentirne un efficace riutilizzo, ogni linea è strutturata in una sezione di separazione degli oli, una di ossidazione biologica e un trattamento terziario.
La disoleazione è ottenuta tramite separatori a piani coalescenti (CPI) e flottazione ad aria disciolta (DAF). La parte biologica sfrutta la moderna tecnologia dei bioreattori a membrana (EmbioArt), che garantisce un’efficiente ossidazione del substrato organico e nel contempo una separazione dei solidi sospesi, batteri e virus ottenibile solo con una membrana di ultrafiltrazione.
Il trattamento terziario, solitamente superfluo a valle di un’unità EmbioArt, poichè capace di rimuovere tutti i solidi ed i batteri presenti nel refluo, è risultato necessario per la rimozione selettiva di molecole organiche difficili da ossidare biologicamente. Pertanto, è stato impiegato un processo di ossidazione avanzata (AOP) con perossido di idrogeno, un catalizzatore appositamente sviluppato e un’unità di adsorbimento. Tale processo ha consentito di rimuovere i composti aromatici residui e composti tossici fino a livelli di parti per miliardo.
La soluzione fornita
L’impianto di trattamento delle acque reflue è suddiviso in due sistemi: il primo tratta 900 m3/h di acqua industriale a bassa salinità da riciclare e riutilizzare nel sistema di raffreddamento, il secondo ha una capacità di 300 m3/h di acque reflue ad alta salinità da scaricare nel Mar Caspio.
Entrambi i sistemi garantiscono una corretta flessibilità con una soluzione a treno 2 x 50%.
Le performance richieste sono raggiunte tramite un processo di trattamento a tre fasi:
- Trattamento meccanico con intercettatore a piani coalescenti e unità di flottazione ad aria disciolta per una maggiore rimozione di oli e solidi sospesi;
- Trattamento biologico con denitrificazione, ossidazione e un sistema EmbioArt®, comprensivi di skid di dosaggio chimico per rimuovere in modo significativo COD, BOD e Ammoniaca.
- Trattamento terziario con filtrazione a carbone attivo, necessario per garantire una bassa concentrazione dei contaminati richiesta per il riutilizzo dell’acqua.
Come ulteriore soluzione per ottenere prestazioni più elevate nella rimozione dei fenoli fino al livello di ppbs, è stato implementato il sistema due, un trattamento di ossidazione avanzata con dosaggi dedicati di H2O2 e catalizzatore liquido.
Oltre all’impianto principale di trattamento delle acque reflue, il nostro team ha fornito un di trattamento delle acque domestiche composto principalmente da un sistema EmbioArt (25 m3/h di acqua trattata) e da un’unità mobile di trattamento dei fanghi (15 m3/h di fanghi trattati).